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giovedì 9 giugno 2016

Diciamo "SI" invece

"Le foglie stanno sulla pianta. Vedo che vuoi giocare con la pianta. Vieni, annaffiamola insieme."
o semplicemente "Le foglie rimangono sulla pianta", invece che "Non staccare le foglie".
Se non smette, spostarlo fisicamente e re-indirizzarlo.

Ricordiamoci che fino ai 3 anni più o meno non sono capaci di capire di non fare qualcosa perche' e' sbagliato. E spesso agiscono governati da impulsi che non sanno capire. Sta a noi mettere i limiti. In modo calmo, sicuro, rispettoso e fermo. Poi re-indirizziamoli.
Cerchiamo di dirgli quello che può fare invece, invece che impedirgli di fare qualcosa.
"Capisco che tu voglia lanciare. I blocchi si usano per costruire. Tieni una palla. Le palle si lanciano"
Frasi corte e semplici. Prepariamoci a ripetere all'infinito.
E ancora
"Non voglio che tu corra dentro. Si corre fuori" invece che "non correre".
"E' solo per guardare / mani dietro la schiena" invece che "Non toccare"
"Il piatto rimane sul tavolo" invece che "non lanciare il piatto" 
ma anche
"Vedo che hai finito. Passami il piatto per piacere".
E lasciamo che scoprano le conseguenze delle loro azioni (non punizioni, conseguenze).
"Se lanci ancora il piatto io capisco che hai finito e spreparero'".

Freedom within limits. Diciamo "si" al comportamento ma "no" al contesto inappropriato.



Cerco sempre di chiedermi:
1) Questo no e' davvero necessari?
2) I bambini spesso agiscono in risposta ad un bisogno interno che neanche loro comprendono. Come posso rispondere a quel bisogno senza dire no? Dove e quando questo comportamento e' accettato?
"In questa casa non si picchia. Non ti lascerò picchiare. Capisco che sei arrabbiato. Tieni, puoi colpire il cuscino."
"Vedo che vuoi sputare. Andiamo ad esercitarci a sputare l'aqua nel lavandino"
(utile nel lavarsi i denti).
Non c'e' nulla di male nei "no" se sono pochi e consistenti.
Ma anche se sono pochi, i bimbi di 1-3 anni tenteranno di sfidarli, e sfidarci, per scoprire i limiti del mondo.
"Non ti lascerò toccare il forno. E' caldo e pericoloso". Irremovibile, ma gentile. E ripetuto. Se continua, fisicamente spostarlo.
Una buona alternativa a NO e' STOP o ALT seguito da una spiegazione breve.

Il bambino si aspetta dei limiti. Ne ha bisogno. E' una necessita' primaria, primitiva, di sicurezza, di ricerca di una sicurezza più grande.
Ma devo ricordarmi anche che indipendentemente da quanti pochi no ci sono in giro, Lorenzo li sfiderà, li testerà, testerà i limiti del mondo, la mia capacita' di essere un adulto forte e capace di contenerlo.
E cercherò di ricordarmi che quando imporrò i limiti di cui lui ha bisogno, lui ci sbatterà contro.
E protestera'.
A seconda dell'eta', la protesta potrebbe includere: gettarsi sul pavimento, sbattere piedi e gambe, urlare. Insomma i "capricci" .
Ma come noi, anche i bambini hanno diritto alle reazioni forti. Sopratutto se non e' ancora verbale e non sa spiegarsi.
Io proverò:
- ad essere calma, sicura, adulta.
- Ad essere presente. Riconoscere e verbalizzare i suoi sentimenti ("Non vuoi proprio vestirti questa mattina!", "Volevi staccare le foglie dalla pianta e non ti ho lasciato. Sei frustrato").
- Contenerlo. Fisicamente, se me lo permette. Semplicemente standogli accanto altrimenti. Accoglierlo dopo, sempre. Farlo sentire amato sempre.
- Riconoscere anche il mio diritto di reazione e distacco. "Ho bisogno di un minuto per calmarmi. Sono in camera se hai bisogno di me".

Ho scritto tanto, ma lascio due idee:
- riformulare i "no" in modo positivo.
Invece che dirgli quello che non può fare, dirgli quello che PUO' fare invece.
- Concetto basilare nella comunicazione, uno studente di marketing lo venderebbe meglio di un pedagogista. "Non camminare sulla strada" che idea ci stampa in testa? A me la strada. Invece "Cammina sul marciapiede"? Appunto.

Idee di lettura:

Janet Lansbury RIE blog / books
How to talk so kids will listen and listen so kids will talk
The Whole-Brain Child: 12 Revolutionary Strategies to Nurture Your Child's Developing Mind

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